Vista l’offerta incredibile, non era possibile resistere: all’Aldi, nel classico cestone delle occasioni, c’era una fresa per la manicure a… 1 euro!
Come mai venduta a un prezzo simile?
Chi se ne frega! Per 1€ vale la pena rischiare!
Il grande momento (spoiler: non va)
Apro la confezione, collego l’alimentatore alla fresa, inserisco la spina nella presa e…
eeeeeeeee… NON FUNZIONA! 😅
Neanche il LED di alimentazione si accende.
Eh vabbè, per 1€ non ci si può lamentare. Però la curiosità (e l’orgoglio tecnico) mi impone di scoprire perché.
Si smonta tutto!
Mi sposto al mio banco da lavoro, armato di multimetro, saldatore e santa pazienza.
L’alimentatore è piuttosto curioso: 30 V DC, 500 mA.
Ok per la corrente, ma 30 volt per una fresa da unghie mi sembrano tanti! Evidentemente il motore lavora a tensioni più alte per ottenere coppia e velocità.
Prima prova: verifico l’alimentatore.
Collego alla 220 V e misuro l’uscita: perfetti 30 V stabili. Quindi lui non è il colpevole.
Smonto la fresa (per fortuna tutte viti, incastri a pressione pochi e facili!) e collego di nuovo il jack di alimentazione alla schedina interna.
Punto i puntali del tester sul connettore di ingresso e… nessuna tensione.
Controllo il jack esterno dell’alimentatore: lì sì, 30 V ci sono.
Quindi il problema è sulla scheda.
Corto circuito, dove sei?
Faccio un test rapido: verifico la continuità tra positivo e negativo sulla scheda.
E sorpresa — sono in corto!
Dissaldo il connettore, lo testo a parte: è perfetto.
Rimetto i puntali sulle piazzole del PCB: corto ancora presente.
A questo punto inizio a sospettare un componente in corto nel circuito di alimentazione.
Sulla scheda, il controller gestisce diverse funzioni:
- Accensione/spegnimento dell’alimentazione
- Regolazione della velocità (PWM — Pulse Width Modulation)
- Inversione del senso di rotazione (Forward/Reverse)
- Protezione da sovracorrente e picchi di tensione
- Filtraggio e riduzione dei disturbi elettromagnetici
Quindi, i possibili colpevoli? Un diodo, un MOSFET SMD, oppure — più semplicemente — un condensatore ceramico di filtro messo in parallelo al motore.


Il colpevole inatteso
Decido di partire dal sospettato più facile da rimuovere: il piccolo condensatore ceramico.
Lo dissaldo (insieme per sbaglio al negativo del motore — capita!) e… magia: il corto sparisce!
Penso di aver risolto subito. Ma per scrupolo controllo i componenti uno a uno.
Il condensatore, da solo, non è in corto.
Provo allora il motore: in corto pieno tra i terminali.
Ecco il vero responsabile!
Autopsia del motore
Il motore è un JRC-280SK-12315V, un classico motore DC a spazzole, lo stesso tipo usato in tanti piccoli utensili.
Smontandolo, noto che alcune spire dell’avvolgimento si sono bruciate e scaricano verso massa, creando il cortocircuito che bloccava tutto.

Soluzione e conclusione
La riparazione è banale: basta sostituire il motore.
Su AliExpress lo si trova cercando:
“DC motor 280 30V brushed”
a circa 5 € (su Amazon, ovviamente, costa di più).
Morale della storia
A volte anche un acquisto da 1 euro può trasformarsi in un piccolo laboratorio didattico:
- ho smontato, diagnosticato e capito un circuito PWM,
- ho verificato il funzionamento di un motore a spazzole,
- e ho avuto la conferma che la curiosità tecnica vale più di mille tutorial YouTube.