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l’Inferno di Dante Trap

Inferno Dante Trap

Quando i classici smettono di fare paura.

Questo spazio nasce da un’idea semplice e un po’ provocatoria: Dante non è lontano, siamo noi che lo leggiamo da lontano.
L’Inferno della Divina Commedia racconta smarrimento, desiderio, colpa, paura, rabbia, fame di senso. Non parla di un Medioevo polveroso, ma di ciò che succede ogni volta che qualcuno perde la direzione e prova a ritrovarla.

“Inferno Dante Trap” è un trasporto moderno dell’opera: non una semplificazione, non una parodia, ma una traduzione emotiva e linguistica.
La trap, con il suo ritmo diretto, urbano, spesso ruvido, diventa il mezzo per riportare quei versi dentro il presente, tra palazzi, notti insonni, ansia, ambizione e cadute reali.

Cambia il suono, non il senso.
Cambia il linguaggio, non il viaggio.

L’obiettivo non è sostituire Dante, ma riaccenderlo.
Far capire che dietro ogni canto c’è una storia viva, riconoscibile, umana. Che la “selva oscura” non è un bosco lontano, ma uno stato mentale.
Che Virgilio è una guida, non una nota a piè di pagina.
E che l’Inferno, prima di essere un luogo, è un passaggio.

Se queste canzoni riescono a far venire voglia di tornare al testo originale — anche solo per curiosità, anche solo per sfida — allora hanno centrato il bersaglio.

Perché leggere Dante non è un dovere scolastico: è un’esperienza.
E a volte, per iniziare un viaggio antico, serve solo una voce nuova che ti dica: “seguimi”.

 

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