A volte, nella vita, incontriamo persone che sembrano brillanti, leali e oneste. Ti stringono la mano, ti offrono un sorriso e promettono di essere al tuo fianco. Ma sotto questa maschera, si nasconde solo un abisso di egoismo e falsità.
Questa canzone, “Verme”, nasce proprio da un incontro del genere. È dedicata a uno di quei “maestri” della menzogna, una persona che si è nutrita dell’energia e della lealtà altrui, lasciando dietro di sé solo tradimento e amarezza. Non si tratta di un attacco, ma di una liberazione. È il modo in cui ho scelto di chiudere (o forse tenere aperto! ehehehe), un capitolo che ha generato tanta rabbia e di trasformare questa rabbia in qualcosa di creativo e, spero, universale.
Spero che chiunque abbia vissuto un’esperienza simile possa ritrovare in queste rime un po’ di quella forza che serve per voltare pagina e lasciarsi alle spalle chi non merita più spazio nella propria vita.
Verme
[Intro]
Yo, sarà capitato pure a voi,
gente falsa che ti spezza in due.
Tossico, peggio di veleno in gola,
frà, tu sei il peggio, sei la merda che si incolla sotto i piedi!
(a piedi nudi, bro! Che schifo!)
[Strofa 1]
Ci siamo beccati per caso,
un amico comune, un incastro sbagliato.
Tu con il tuo progetto forse riciclato, (ma che facevi passare per tuo!)
io con la tecnica, un diamante grezzo e sprecato.
(Chi è il genio ora, eh?)
[Strofa 2]
Collaborazione? Un finto legame,
parlavi di lealtà, ma eri il primo infame.
Belle parole, ma il cuore era zero,
dietro il sorriso, il pugnale più feroce che sincero.
(Maledetto attore, premio Oscar al più falso!)
[Ritornello]
Bastardo, verme, mentitore,
falso come i soldi del Monopoli, traditore!
Fingevi fratellanza, affilavi il coltello,
pronto a piantarlo dritto nella schiena, bello!
(Boom! Ti ho visto! Troppo tardi, bro!)
[Strofa 3]
Il progetto cresceva, il nome brillava,
ma senza di me, frà, rimanevi nel nulla.
Dalla strada al microfono, parole a raffica,
e tu, finto amico, sempre col ghigno da vipera.
[Strofa 4]
Eravamo in tre, una crew sulla scena,
mentre tu continuavi a parlare di lealtà vera.
Ma l’unica lealtà che hai sempre seguito,
è stata solo verso il tuo ego, maledetto fallito!
[Strofa 5]
Il boss ci ha sentiti, il gioco si è fatto grosso,
ora tre voci accese, nel buio dopo cena.
Alla luce della luna, il suono si espande a frequenza modulata,
mentre tu già pensavi a chi gettare tra le fiamme.
(Sempre il solito, eh?)
[Strofa 6]
Eri un maestro, sempre aizzavi,
chi non ti serviva, lo demolivi e lo scartavi.
E noi, coglioni, abboccavamo al tuo sporco gioco,
mentre tu ridevi con la faccia da squalo.
[Strofa 7]
Tu mai esposto, sempre nell’ombra,
“Sociooo troppo togo”, ti lavavi l’anima sporca.
Una risata bastarda, un’uscita da furbo,
intanto scavavi la fossa a chi ti stava attorno.
(Bravo, il solito pezzo di merda!)
[Strofa 8]
Che scemi siamo stati, accecati dal tuo bluff,
prima io, poi l’altro, stessa merda, stesso trap!
Da tre voci nel buio a due traditi,
quando non servi più, ti cancellano i tuoi finti amici.
[Strofa 9]
E quando ho sfiorato la morte sulla strada,
pure lì, hai trovato il modo per farne una battuta.
I tuoi vassalli, servi senza onore,
ridevano di me, mentre lottavo col dolore.
(Che razza di infame, frà!)
[Strofa 10]
Ora hai dei figli, e io li guardo e spero,
che non trovino mai un verme come te sul sentiero.
Perché se incontrano uno sporco come il padre,
non so se potranno rialzarsi, e rimanere intatti.
(Che Dio li protegga, almeno loro!)
[Outro]
Yo, bro, fine della storia,
le tue bugie bruciano, la tua gloria è memoria.
Gente come te non lascia un segno,
solo il disgusto di chi ha visto il tuo vero inferno.
(Fine dei giochi, scacco matto! figlio di puttana)